Domande e Risposte semplici e sintetiche per bambini sulla Prima Confessione, pensate per spiegare il perdono, il bene e il male in modo chiaro e adatto all’età:
1. Che cos’è il peccato?
Il peccato è quando facciamo qualcosa di sbagliato o che allontana da Dio.
2. Perché chiediamo perdono a Dio?
Perché Dio ci ama e vuole aiutarci a tornare buoni.
3. Chi ci perdona nel sacramento della Confessione?
Gesù ci perdona attraverso il sacerdote.
4. Che cosa dobbiamo fare dopo aver confessato i nostri peccati?
Fare ciò che il sacerdote ci dice e cercare di non sbagliare più.
5. Che cosa significa “ammettere i propri errori”?
Significa dire con sincerità a Dio e al sacerdote ciò che abbiamo fatto di sbagliato.
6. Perché è importante fare il bene?
Perché fare il bene ci avvicina a Dio e rende felici gli altri.
7. Cosa dobbiamo fare se facciamo qualcosa di male di nuovo?
Chiedere di nuovo perdono a Dio nella Confessione.
8. La Confessione serve solo a dire i peccati?
No, serve anche per ricevere il perdono e la grazia di Dio, e imparare a diventare più buoni.
9. Che sensazione si prova dopo aver chiesto perdono?
Gioia e pace nel cuore, perché Dio ci ha perdonato.
10. Come possiamo evitare di fare del male agli altri?
Pensando prima di agire, pregando e facendo il bene.
La scena dei due ladroni crocifissi accanto a Gesù è narrata in modo diverso dagli evangelisti, e questo ha suscitato nei secoli domande e riflessioni. È utile comprendere come la Chiesa abbia interpretato queste testimonianze e quale messaggio teologico esse intendano trasmettere.
Matteo (27,44) e Marco (15,32) affermano che “anche i ladroni lo insultavano”. Si tratta di un riassunto iniziale della scena: entrambi partecipano allo scherno generale verso Gesù, assieme ai passanti e ai capi del popolo.
Luca (23,39-43), invece, racconta che uno dei due continua a insultare, mentre l’altro rimprovera il compagno, riconosce l’innocenza di Cristo e gli chiede: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo Regno.”
Gesù risponde: “Oggi sarai con me in Paradiso.”
Questo episodio è unico di Luca ed esprime il suo tema teologico centrale: la misericordia che converte anche nel momento estremo.
La Chiesa non vede una contraddizione reale tra gli evangelisti, ma due prospettive complementari sullo stesso evento. La spiegazione classica, già presente nei Padri della Chiesa (es. sant’Agostino), è questa:
Entrambi inizialmente insultavano Gesù (come riportano Matteo e Marco), ma uno di loro si converte durante l’agonia (come racconta Luca). Quindi nessuna contraddizione, ma una sequenza degli eventi.
La Chiesa accetta perfettamente l’idea che uno dei due ladroni abbia cambiato atteggiamento nel corso della crocifissione. Questo rende possibile conciliare i tre Vangeli.
Gli evangelisti raccontano in modo diverso perché ognuno seleziona i dettagli in base al suo scopo teologico, non pretende di dare una cronaca giornalistica completa, e non è obbligato a riportare ogni passaggio nella sua sequenza temporale.
In particolare, Matteo e Marco vogliono mostrare l’universalità del rifiuto verso Gesù. Luca vuole mettere in luce la potenza della grazia anche nel peccatore più lontano.
All’inizio entrambi i ladroni insultano Gesù; uno poi, toccato dalla grazia, si converte e difende Cristo. Questo è il “buon ladrone”, tradizionalmente chiamato Disma, venerato anche come santo il 25 marzo in molte Chiese orientali e in alcune tradizioni occidentali.
Sant’Agostino è la fonte più citata sulla conciliazione dei testi. Egli dice chiaramente che all’inizio entrambi insultarono Gesù, ma uno si convertì mentre era in croce:
“Dapprima anche il ladrone che fu poi salvato insultava il Signore; ma dopo, illuminato dalla grazia, riprese l’altro e confessò Cristo.” (Concordia evangelistarum, III, XVI, 55, PL, 34, 1214-1215)
Quindi per sant’Agostino i Vangeli non contraddicono, ma narrano due momenti diversi.
San Giovanni Crisostomo sottolinea che il Vangelo di Luca mostra una conversione improvvisa e potente:
“Il ladrone, dapprima bestemmiatore, divenne poi confessore della regalità di Cristo. La croce divenne per lui scuola di fede.” (In Matthaeum, Homilia LXXXVII, PG, 58)
Per il Crisostomo la scena ha uno scopo teologico: mostrare che anche nel momento più buio, Cristo può attirare a sé il peccatore.
Origene nota che il ladrone pentito riconosce la regalità di Gesù in un momento in cui nessuno la riconosce:
“Confessò ciò che i discepoli stessi non osavano dire: che Gesù ha un Regno.” (Commentarii in Matthaeum, XXVII, PG, 13, 1657-1667)
Quindi Luca conserva un dettaglio che mette in luce la fede sorprendente del ladrone pentito.
San Girolamo afferma che Matteo e Marco non si interessano della conversione successiva, perché volevano mostrare il rifiuto generalizzato che Gesù subì:
“Matteo raccoglie ciò che avvenne nell’inizio della crocifissione; Luca ciò che avvenne dopo.” (Commentarium in Matthaeum, XXVII, 44, PL, 26, 366-367)
Il Catechismo non discute il problema “critico” dei due ladroni, ma parla del ladrone pentito come esempio di suprema speranza e misericordia.
CCC 1021
Il ladrone è modello di come l’uomo possa ricevere la salvezza anche nell’ultimo istante:
“Il Cristo dice al buon ladrone: ‘Oggi sarai con me in Paradiso’. La vita umana è il tempo favorevole per accogliere la grazia di Dio.”
CCC 1864
Il ladrone mostra che nessun peccato è troppo grande per la misericordia:
“Non c’è limite alla misericordia di Dio.”
CCC 598
Il Catechismo cita i peccatori moderni insieme a coloro che insultavano Gesù:
“I nostri peccati colpiscono Cristo, così come coloro che lo insultarono durante la Passione.”
Questo implicitamente include la scena dei due ladroni dei Sinottici.