A cura di Giuseppe Monno

Secondo la dottrina ufficiale della Chiesa, non esiste una “classifica” formale dei peccati, ma la tradizione cattolica e il Catechismo distinguono chiaramente i peccati più gravi, cioè quelli che minano radicalmente la carità e separano la persona da Dio.
I peccati mortali
Sono i peccati più gravi in assoluto. Secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC 1855–1861), un peccato è mortale quando sono presenti tre condizioni:
- Materia grave
- Piena avvertenza (saper che è peccato grave)
- Deliberato consenso
Se manca una di queste condizioni, il peccato non è mortale (può essere veniale o una colpa attenuata).
Riguardo la “materia grave” il Catechismo non offre un elenco “chiuso”, ma vari passaggi indicano chiaramente le aree di gravità:
Offese alla vita umana (V° comandamento)
omicidio volontario (CCC 2268)
aborto procurato (CCC 2270–2275)
eutanasia (CCC 2277)
suicidio (responsabilità variabile: CCC 2282–2283)
odio grave verso il prossimo (CCC 2303)
Offese a Dio (I° e III° comandamento)
idolatria, magia, satanismo (CCC 2110–2128)
bestemmia (CCC 2148)
spergiuro (CCC 2149)
omissione della Messa domenicale e feste comandate (CCC 2181)
Offese alla purezza e alla famiglia (VI° e IX° comandamento)
adulterio (CCC 2380)
fornicazione (rapporti sessuali fuori dal matrimonio) (CCC 2353)
pornografia (CCC 2354)
prostituzione (CCC 2355)
violenza sessuale (CCC 2356)
unioni sessuali non conformi all’ordine morale cattolico (CCC 2357)
Offese alla giustizia (VII° e X° comandamento)
furto grave (CCC 2408)
frode, corruzione, sfruttamento, lavoro in nero (CCC 2409)
speculazioni dannose per altri (CCC 2414)
disonestà commerciale, evasione fiscale grave, ecc.
Offese all’onore e alla verità (VIII° comandamento)
falsa testimonianza (CCC 2476)
calunnia (CCC 2477)
diffamazione grave (CCC 2479)
Il peccato mortale distrugge la carità nel cuore dell’uomo (CCC 1855),
separa totalmente da Dio (se non c’è pentimento),
necessita di confessione sacramentale per essere assolto.
I peccati veniali
Sono peccati meno gravi rispetto ai peccati mortali: non rompono la relazione con Dio (CCC 1855), anche se la indeboliscono.
Non comportano la perdita della grazia santificante, cioè la vita spirituale in comunione con Dio, come accade invece con il peccato mortale.
I peccati veniali possono essere commessi anche senza piena consapevolezza o senza piena intenzione. La gravità dipende dalla scelta consapevole e deliberata dell’individuo.
I peccati veniali possono essere piccole bugie o irritazioni non volute verso gli altri.
Pensieri egoistici o gelosia lieve.
Atti che, pur contrari alla legge morale, non compromettono seriamente la relazione con Dio
I peccati veniali non condannano l’anima, ma possono indebolire la virtù e facilitare i peccati più gravi. Sono spesso cancellati tramite preghiera, penitenza, opere buone o la Santa Comunione.
I peccati veniali nascono da debolezza, non da rifiuto deliberato del bene. Sono come “graffi” nella vita spirituale, mentre i peccati mortali sono ferite gravi che richiedono confessione sacramentale per essere perdonati.
I sette peccati capitali
Non sono peccati “mortali” in sé, ma radici di molti peccati gravi. Sono enumerati dal Catechismo (CCC 1866):
- Superbia
- Avarizia
- Lussuria
- Invidia
- Gola
- Ira
- Accidia (pigrizia spirituale)
La tradizione li considera estremamente seri perché generano altre colpe. Nel pensiero cattolico, la superbia è tradizionalmente considerata la radice di tutti gli altri.
I peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio
La tradizione cattolica, sulla base della Scrittura, cita quattro peccati sociali che offendono gravemente la giustizia divina e violano in modo diretto la dignità umana:
- Omicidio volontario
- Sodomia (interpretata nella tradizione come certi comportamenti sessuali gravemente disordinati)
- Oppressione dei poveri e dei deboli
- Frode nel salario agli operai
I peccati contro lo Spirito Santo
Considerati i più pericolosi perché resistono direttamente alla grazia e impediscono il pentimento:
- Disperazione della salvezza
- Presunzione della misericordia divina
- Negare la verità conosciuta come tale
- Invidia della grazia altrui
- Ostinazione nella malizia
- Impenitenza finale
Peccati sociali e strutturali
Il Magistero recente (in particolare san Giovanni Paolo II, Centesimus Annus, 34 e 36; Sollicitudo Rei Socialis, 38 e 42; Evangelium Vitae, 19) sottolinea come siano gravissimi anche i peccati che violano sistematicamente la dignità umana e il bene comune, come:
corruzione
ingiustizie economiche
sfruttamento
violazioni dei diritti umani
Condizioni che riducono la colpa
Il Catechismo è chiaro: non tutto ciò che è materia grave è automaticamente peccato mortale.
La responsabilità può essere ridotta da:
ignoranza non colpevole
paura grave
violenza esterna
abitudini radicate
immaturità psicologica
(CCC 1735)
La misericordia divina
Pur parlando di peccati molto gravi, il Catechismo ribadisce che nessun peccato supera la misericordia di Dio, se la persona è pentita.
(CCC 982, 1846–1848)