TRADUCIANESIMO

A cura di Giuseppe Monno

Il traducianesimo (dal latino traducere, “trasmettere”) è la dottrina secondo cui l’anima umana è generata dai genitori insieme al corpo, trasmessa per via naturale nell’atto della procreazione. Questa teoria si oppone alla dottrina della creazione immediata dell’anima, sostenuta dalla Chiesa cattolica.

Il traducianesimo fu proposto in ambito cristiano da alcuni Padri della Chiesa per risolvere questioni legate alla trasmissione del peccato originale. Il principale sostenitore della dottrina fu Tertulliano (II–III secolo), che la formulò come coerente con la sua visione materialistica dell’anima: «L’anima è trapiantata con la carne.» (De Anima, 27).

Origene (II–III secolo) rifiutò il traducianesimo e abbracciò una forma di preesistenza delle anime, dottrina poi condannata. Sottolineava che l’anima non nasce col corpo, ma gli è anteriormente unita: «Le anime sono create da Dio prima della loro unione al corpo» (De Principiis, II, 9).

Gregorio di Nissa (IV secolo) fu  incline alla creazione diretta dell’anima: «Come può qualcosa di spirituale e invisibile derivare dalla carne? L’anima ha una causa superiore» (De Hominis Opificio, 29).

Sant’Agostino (IV–V secolo) rimase incerto sulla questione: «Ignoro in qual modo si trasmetta l’anima: per trasmissione o per infusione. Tuttavia non nego che Dio crei ogni anima.» (De Genesi ad litteram, X, 23, 39).

San Girolamo (IV–V secolo) rifiutava esplicitamente il traducianesimo: «Noi non sosteniamo, come Tertulliano, che le anime si trasmettono, ma che Dio le crea nel momento della nascita» (Epistolae, 124, 1, ad Marcellam).

La dottrina del traducianesimo fu sempre guardata con sospetto, soprattutto in Occidente, per gravi implicazioni teologiche:

1. Contraddice la spiritualità dell’anima, la quale, essendo immateriale, non può essere prodotta da un atto materiale come la generazione corporea.

2. Implica la corruttibilità dell’anima, come il corpo, contro la sua natura immortale.

3. Mina la responsabilità personale, poiché implica una trasmissione quasi biologica del peccato originale e dell’anima stessa.

4. Limita l’azione creatrice di Dio, subordinandola alla volontà dei genitori.

La Chiesa cattolica afferma con chiarezza la creazione immediata e diretta dell’anima razionale da parte di Dio, in ogni essere umano. Tale dottrina fu definita dogmaticamente dal Concilio Lateranense V (1513), sotto Papa Leone X:

«L’anima razionale o intellettiva non è prodotta dai genitori ma viene infusa da Dio immediatamente ed è immortale.» (Bolla Apostolici Regiminis)

Pio XI (1950) nell’enciclica Humani Generis, 36: «Per quanto riguarda l’anima, la Chiesa insegna che essa è creata immediatamente da Dio.»

San Tommaso d’Aquino (XIII secolo) articola con chiarezza il rifiuto del traducianesimo. Egli dimostra che l’anima, essendo forma sostanziale immateriale, non può derivare da un principio materiale:

«L’anima razionale non può essere generata dai genitori: essa viene creata direttamente da Dio» (Summa Theologiae, I, q. 118, a. 2).

Per San Tommaso, l’atto creativo dell’anima è un’espressione della volontà divina e avviene nel momento della formazione del corpo umano idoneo a riceverla.

San Bonaventura (XIII secolo) affermava: «La razionale anima non è prodotta dai genitori, ma è creata immediatamente da Dio.» (Commentaria in II Sententiarum, Dist. 18, a. 2, q. 2)

Duns Scoto (XIII–XIV secolo) sosteneva che l’anima razionale non può essere prodotta dai genitori, poiché è una sostanza spirituale, semplice e incorporea. Non essendo composta, non può essere trasmessa per generazione materiale, ma deve essere creata immediatamente da Dio (cfr. Ordinatio II, dist. 18, q. 2).

Durante la Riforma (XVI secolo), alcuni protestanti, come Martin Lutero, si mostrarono favorevoli al traducianesimo, per coerenza con la dottrina del peccato originale come eredità biologica (The Oxford Encyclopedia of the Reformation, 1996). Tuttavia, anche in ambito protestante, la dottrina restò controversa. In risposta, la teologia cattolica post-tridentina riaffermò con maggiore decisione la creazione immediata dell’anima.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica (1992) mantiene questa dottrina:

«La Chiesa insegna che ogni anima spirituale è creata da Dio – non è ‘prodotta’ dai genitori – ed è immortale.» (CCC 366)

Il traducianesimo è incompatibile con la dottrina cattolica sull’anima. La fede cristiana proclama che ogni anima è creata immediatamente da Dio, dotata di spiritualità, immortalità e unicità, e che essa non può essere trasmessa né generata da alcuna sostanza materiale.

Pubblicato da Cristiani Cattolici Romani

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