NESTORIANESIMO

A cura di Giuseppe Monno

Il nestorianesimo è una delle principali eresie cristologiche della Chiesa antica, che prende il nome da Nestorio, patriarca di Costantinopoli dal 428 d.C. Al centro della controversia nestoriana vi è la concezione dell’unione tra la natura divina e quella umana in Cristo.

Nestorio negava l’unione ipostatica delle due nature in una sola persona (o ipostasi) del Verbo incarnato, sostenendo invece che in Cristo vi fossero due persone distinte: una divina (il Logos) e una umana (l’uomo Gesù). Secondo questa dottrina, l’unione tra il Verbo e l’uomo Gesù sarebbe stata soltanto morale o funzionale, non ontologica e sostanziale.

In conseguenza di questa visione, Nestorio rifiutava il titolo di “Theotokos” (Madre di Dio) attribuito tradizionalmente a Maria, sostenendo che ella potesse essere chiamata soltanto “Christotokos” (Madre di Cristo), poiché avrebbe generato solo l’uomo Gesù, non la persona divina del Verbo.

Questa posizione suscitò un’ampia opposizione teologica, in particolare da parte di Cirillo di Alessandria, che lo accusò di dividere Cristo in due soggetti distinti. Cirillo rispose con forza, specialmente nell’opera Adversus Nestorii blasphemias, e con i celebri Dodici Anatemi, che contenevano una difesa articolata dell’unione ipostatica. Anche Giovanni Cassiano intervenne nella polemica con il trattato De Incarnatione Domini contra Nestorium, nel quale difendeva l’unità personale di Cristo.

Il nestorianesimo fu condannato solennemente dal Concilio di Efeso (431), il quale riaffermò con decisione la dottrina dell’unica persona del Verbo incarnato, vero Dio e vero uomo, e proclamò dogmaticamente il titolo di “Madre di Dio” (Theotokos) per Maria, in quanto ella ha dato alla luce una persona divina con una natura umana vera e completa, dotata di corpo e anima razionale.

Secondo la dottrina cattolica, Gesù Cristo non è semplicemente un uomo ispirato da Dio o abitato da Dio come un tempio, ma è il Verbo eterno di Dio che si è fatto carne, cioè ha assunto una natura umana completa, unendola ipostaticamente alla sua persona divina. Questa unione non implica confusione né separazione delle nature, ma sussistenza in una sola persona, la seconda della Trinità.

Pertanto, Maria è veramente Madre di Dio, non perché abbia generato la divinità in sé, ma perché ha generato secondo la carne una persona che è Dio. Rifiutare questo titolo significherebbe negare l’Incarnazione stessa, e quindi la salvezza operata da Cristo.

Dopo la condanna conciliare, Nestorio e i suoi seguaci furono scomunicati e si rifugiarono soprattutto in Persia, dove formarono quella che divenne nota come Chiesa d’Oriente, che per secoli conservò una teologia di matrice nestoriana, pur sviluppando successivamente una cristologia più sfumata.

Pubblicato da Cristiani Cattolici Romani

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