ARIANESIMO

A cura di Giuseppe Monno

L’arianesimo è una delle più importanti eresie cristologiche della storia della Chiesa antica. Prende il nome da Ario, un presbitero della Chiesa di Alessandria d’Egitto, attivo all’inizio del IV secolo. Ario fu influenzato dagli insegnamenti di Luciano di Antiochia, fondatore della scuola esegetica di Antiochia e rappresentante del subordinazionismo, dottrina che afferma la superiorità del Padre sul Figlio e sullo Spirito Santo, in contrasto con l’idea della consustanzialità delle tre Persone della Trinità.

A partire dal 315 circa, Ario iniziò a predicare che il Figlio di Dio non è eterno, ma creato: “ci fu un tempo in cui il Figlio nn era” (in greco: ēn pote hote ouk ēn). Secondo Ario, Cristo è la prima e più eccellente creatura del Padre, e fu creato dal nulla (ex nihilo), pur essendo lo strumento della creazione di tutte le altre cose. In questa prospettiva, il Figlio è subordinato al Padre sia per natura sia per dignità, e non può essere considerato Dio in senso pieno.

Le tesi ariane si diffusero rapidamente, anche grazie al sostegno di numerosi vescovi orientali e all’appoggio politico di alcuni imperatori romani, in particolare Costanzo II e Valente. L’arianesimo divenne così una forza significativa all’interno della cristianità, causando una profonda frattura teologica e politica nell’Impero romano.

Il principale oppositore dell’arianesimo fu Atanasio di Alessandria (ca. 295–373), prima diacono e poi vescovo della stessa città. Atanasio difese con forza la consustanzialità (homooúsios) del Figlio con il Padre, cioè l’idea che il Figlio sia della stessa sostanza divina del Padre, rigettando ogni forma di subordinazionismo. A causa del suo impegno teologico, fu esiliato più volte e visse anni difficili, ma la sua teologia fu decisiva per l’ortodossia cristiana.

L’arianesimo fu condannato per la prima volta nel Sinodo di Alessandria del 318 e poi, in modo più autorevole, nel Concilio di Nicea del 325, convocato dall’imperatore Costantino. In quel concilio fu formulato il Simbolo niceno, che afferma la piena divinità del Figlio, definendolo “generato, non creato, della stessa sostanza del Padre”.

Nonostante questa condanna, l’arianesimo continuò a sopravvivere sotto varie forme. Alcune di esse cercarono di mediare tra la posizione ariana e quella nicena (ad esempio il semi-arianesimo). Fu infine condannato in modo definitivo dal Concilio di Costantinopoli del 381, che ribadì e ampliò la dottrina trinitaria nicena, includendo anche una piena affermazione della divinità dello Spirito Santo.

Tuttavia, l’arianesimo non scomparve del tutto: fu adottato da diverse popolazioni germaniche convertite al cristianesimo, come i visigoti, ostrogoti e vandali, e sopravvisse in alcune aree dell’Occidente fino al VI secolo.

Pubblicato da Cristiani Cattolici Romani

Seguimi anche sul Blog “Commento al Vangelo del giorno”

Una opinione su "ARIANESIMO"

I commenti sono chiusi.

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora