Ebrei 10,7: Allora ho detto: Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà.
Matteo 26,42: E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: « Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà ».
Se Gesù è uno della Trinità, perché dice di venire a fare la volontà di Dio?
Giunta la pienezza del tempo, il Figlio di Dio ha unito a se stesso ipostaticamente una carne animata da un’anima razionale, facendosi uomo (Giovanni 1,14), simile in tutto a noi fuorché nel peccato (Ebrei 4,15). Perciò Gesù, il Figlio di Dio incarnato, è vero Dio e vero uomo. Le due nature, divina e umana, sussistono nell’unica persona divina del Figlio (Lógos), senza confusione né mutamento né separazione, ma consevano entrambe la loro integrità. In Gesù, come vi sono due nature, così vi sono due volontà naturali, la divina (comune a tutte tre le persone della Trinità) e l’umana, indivisibili, immutabili, non confuse. La volontà umana è sottoposta, senza opposizione o riluttanza, a quella divina e onnipotente, secondo le parole usante dal Concilio di Costantinopoli III. E poiché L’affermazione messa sulla bocca di Gesù (Ebrei 10,7) riguarda la sua natura umana, si comprende che secondo la volontà umana Gesù dice di venire a fare la volontà di Dio. Ugualmente, quando nel Getsemani prega il Padre dicendo: « Sia fatta la tua volontà » (Matteo 26,42), è secondo la sua volontà umana che Gesù vuole adempiere la volontà divina.