Raffaele – dall’ebraico « Rapha’el » che significa « Dio guarisce » o « Medico di Dio » – è menzionato nel libro di Tobia (3,17; 5,4; 6,11.14.19; 7,9; 8,2-3; 9,1.5; 11,1.4.7; 12,6.15). Il suo nome, come quello di Michele e di Gabriele, indica un incarico di grande importanza: fu mandato al giovane Tobia per accompagnarlo e custodirlo nel suo viaggio (4,1.2.20.21; 5,1-22), e per darle in sposa la giovane Sara (6,12.19; 7,9.10.13; 10,10) e liberarla dal demonio Asmodeo (3,8.17; 8,1-3), e per guarire suo padre Tobi dalla cecità (3,17; 11,1-14). Raffaele è un angelo superiore, uno dei pochi menzionati per nome, sempre alla presenza di Dio (12,15), e al quale sono affidati incarichi importanti. Quindi, anche se la Scrittura lo menziona semplicemente come un angelo, implicitamente ci fa sapere che Raffaele è un arcangelo come Michele e Gabriele (clicca qui). Il termine angelo – dal greco ànghelos (equivalente dell’ebraico malak) – significa messaggero (Matteo 11,10; 2Samuele 11,18) e può essere applicato anche a spiriti superiori come gli arcangeli, poiché questi possono compierne le funzioni. L’arcangelo Raffaele è venerato da tutte le Chiese cristiane che ammettono il culto dei santi. Nella liturgia cattolica si celebra la solennità di San Raffaele arcangelo il 29 settembre, assieme agli altri due Santi arcangeli Michele e Gabriele, mentre la liturgia ortodossa celebra l’8 novembre. Nell’arte cristiana Raffaele è sempre rappresentato come un bellissimo giovane con ali d’aquila, a volte accanto agli altri due arcangeli Michele e Gabriele, e altre volte assieme al giovane Tobia mentre sono in viaggio.
L’ARCANGELO RAFFAELE